BO/rgate - col Banco Ottico nelle borgate ufficiali di Roma
L’indagine fotografica che da tempo conduco a contatto con il territorio e le persone che vivono nelle cosiddette borgate ufficiali di Roma si aggiorna alla luce di recenti studi che stimolano il progetto “Borgate"1 a esplorare nuovi percorsi, con nuove modalità.
Fondamentali sono stati gli studi di appassionati studiosi quali Italo Insolera, cui si deve l'ampio patrimonio di conoscenze sin qui consolidatosi2. Nuove indagini storiche e urbanistiche dimostrano, però, quanto sia parecchio più articolato e complesso il contesto in cui venne a maturarsi la nascita delle borgate a Roma per volontà del regime fascista.
In particolare, recenti studi3 hanno evidenziato taluni limiti nelle precedenti ricostruzioni storiche, grazie anche all’accesso a fonti e documenti sinora inesplorati e/o sconosciuti.
Una prima incongruenza rilevata, ad esempio, è nel numero stesso delle borgate: ben diciannove4 e non dodici come sinora noto. Inoltre, nei nuovi studi vengono profondamente rivalutati, dimostrandoli, i fatti politici e sociali alla base dei provvedimenti istitutivi delle borgate. Sicché appare oggi riduttivo e impreciso parlare di nascita delle borgate rapportandola unicamente agli sventramenti del centro cittadino di Roma.
Non un epifenomeno, tuttavia è stato possibile documentare come gli eventi demolitivi abbiano contribuito solo in parte ad alimentare la composizione del popolo delle borgate. Evidenze così rilevanti, unite all’esigenza di un approccio allo studio della trasformazione urbana se si vuole ancora più analitico e slow, costituiscono i pilastri della scelta da me adottata di fotografare con tecnica analogica, utilizzando pellicola piana per grande formato.
La parola BOrgate, si faccia caso, inizia con quel BO che sembra offrire l’arbitraria ma spontanea possibilità di associarlo alla funzione di acronimo per cui BO= Banco Ottico. È con tale apparato strumentale che ho deciso di condurre la nuova indagine. Come noto, un approccio complesso, per il quale il livello di dedizione fotografica, analisi e studio risultano amplificati.
Ed era proprio ciò che desideravo importare nel codice genetico del nuovo progetto. Viaggiando tra i luoghi delle diciannove borgate ufficiali di Roma, si scorgono strutture e assetti edilizi ben conservati o su cui si sono venuti a sovrapporre altri strati urbani. Vi sono contesti completamente trasformati o persino svuotati di quello che fu, specie per quegli agglomerati che ven-nero concepiti senza criteri di solidità e scandalosi per la loro invivibilità.
Il resoconto può suscitare una moltitudine di emozioni dove degrado e disagio, che pure non sono taciuti, non sono però i protagonisti assoluti della scena, dando spazio anche a riflessioni più articolate sulle opportunità, sulle azioni da condurre in comune in questi fondamentali e spesso anche attraenti pezzi di città.
Quello che mi sta a cuore è in definitiva un documento capace di stimolare progressiva consapevolezza civica, attiva per una città migliore.
1. Pasquale Liguori, Borgate. PS Edizioni, 2017
2. Italo Insolera, Roma Moderna (nuova edizione ampliata con la collaborazione di Paolo Berdini). Einaudi, 2011
3. Luciano Villani, Milena Farina, Borgate romane. Storia e forma urbana. Libria, 2017
4. Alle borgate Acilia, Gordiani, Pietralata, Prenestina, Primavalle, Quarticciolo, San Basilio, Tiburtino III, Tor Marancia, Trullo, Tufello, Val Melaina vanno aggiunte Appio, Bufalotta, Donna Olimpia, Fiumicino, Sette Chiese, Teano, Villaggio Breda